I Paradossi della sicurezza e dell’omertá

di Antonietta Basile da Napoli

Vivere in un quartiere popolare dà il vantaggio di vedere e imparare un certo tipo di “realtà”. Dico così perché la “realtà” cambia da zona a zona, da quartiere a quartiere. Le situazioni che si trovano nell’ uno sono diverse da quelle che si trovano nell’altra, ma tra loro hanno delle affinità. Esempio, il centro città. Per quanto ci possano essere differenze se le prendiamo in considerazione, che si trovino al centro al nord o al sud tra esse saranno abbastanza similari. Tutte o buona parte di esse, sono formate da: zona storica, vie principali di commercio, le sedi centrali di amministrazioni e servizi, ospedali e tutto ciò che serve. In fine ci sono gli abitanti, composti per la maggior parte da avvocati, medici, imprenditori, commercianti, insomma tutti quelli che hanno una buona/ottima condizione economica. Poi ci sono le periferie, anche qui troviamo i negozi, i servizi e quello che serve, ricordando però che la “dirigenza” è al centro. Cosa distingue il centro dalla periferia? La cura del territorio e gli abitanti. Mentre il centro è curato in tutto e per tutto le periferie vengono abbandonate a se stesse, il che vuol dire degrado e incuria. Anche al centro può capitare, ma sono casi sporadici mentre per le periferie è la quotidianità. Ora ci sono gli abitanti. Mentre al centro troveremo solo un certo tipo di persone (quelle di cui prima) nelle periferie troviamo tutte le persone di estrazione economica più bassa, ed ecco che assistiamo ad un mescolamento, e così troviamo l’operaio, l’impiegato, il disoccupato e il delinquente. Ma anche qui ci sono differenze, perché se da un lato è vero che si mescolano è anche vero che dall’altro si dividono. Anche in periferia troviamo i quartieri “bene” e quelli popolari. Nei primi troviamo chi si può permettere di pagare un affitto, nei secondi quelli che invece non possono permetterselo. I pensionati sono una categoria a parte, si possono trovare sia nell’uno che nell’altro. Ed è così che, se abiti in un quartiere popolare puoi ritrovarti come vicino di casa un delinquente. Le zone popolari sono quelle in cui c’è la concentrazione maggiore, in fondo anche loro hanno necessità di un tetto sulla testa.
Spaventa? Fa paura? A me no, perché quando cresci in un posto ci si conosce, forse non tutti ma buona parte si. Semplicemente ognuno si fa i fatti suoi, pensa a se e si vive tranquilli. Non sono mai andata da qualcuno a dirgli: tu fai il delinquente; anche perché francamente me ne infischio, ognuno si guadagni da vivere come vuole e/o può. L’altro motivo per cui non ho paura è che paradossalmente danno più sicurezza loro di chi è preposto a farlo, ovvero le forze dell’ordine. Ed è questo l’aspetto che voglio evidenziare, sottolineare. Come ho già detto ci si conosce, quindi, a meno che non gliene si dia motivo non fanno nulla. Non hanno interesse a infastidire le persone, sarebbe solo controproducente. Una possibilità che accada qualcosa è che “arrivi” qualcuno “esterno” ma questo è impossibile in quanto chi “comanda” non permetterà mai una cosa del genere. Loro vigilano, difendono, presidiano il territorio in cui agiscono. Lo fanno per il proprio interesse ma questo, indirettamente si riflette anche su tutti gli altri. Da qui il paradosso. Il paradosso di avare maggiore sicurezza proprio da coloro che invece dovremmo temere. Si parla spesso di omertà, ma ci siamo mai chiesti da cosa dipende?
Molto probabilmente proprio da quella mancanza di sicurezza e tutela di chi dovrebbe. È vero che le forze dell’ordine fanno quello che possono, con mezzi e risorse scarse, che sono meno di quanti ce ne vorrebbero, che hanno stipendi miseri e la magistratura rema contro ma, è sufficiente come motivo? No, perché anche il modo in cui si svolge il proprio lavoro/dovere influisce, fa la differenza. Altro aspetto importante da ricordare è, come disse un magistrato di cui non ricordo il nome, che lui ha parlato di camorra ma più in generale si può dire la criminalità dà il pane alle persone. Per cui, mordereste la mano di chi vi nutre e indirettamente vi dà sicurezza, protezione? La risposta è uno dei motivi per cui esiste l’omertà.

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