CIT. GIOVANNI TOMEI
Gentili Associati, presenti e futuri,
abbiamo scontato oltre 16 mesi di un terribile blocco, causato dalla pandemia e dagli assurdi problemi che ha creato a tutti noi e alle nostre famiglie.
Faticosamente ne stiamo uscendo e intendiamo procedere per necessità avvertita, con la costituzione finale del Partito, per poi censirlo presso la commissione parlamentare nel registro dei partiti italiani. Un buon modo per cominciare a consolidare la vera e propria attività politica tra noi cittadini in tutto il territorio italiano.
Nell’assemblea deliberativa del 29 maggio 2021, abbiamo deciso di impegnarci per continuare a cercare la massima condivisione tra tutti noi, al fine di dare vita e dare soluzione alle sempre più gravi condizioni socio economiche e di degrado ambientale del Paese.
Soluzioni improcrastinabili cui frapporre un argine di popolo, unito sui medesimi obiettivi: essere gli artefici della costruzione, in ogni ambito possibile, di un nuovo e profondo Risorgimento per il ritorno alla qualità della vita di tutti noi e delle nostre famiglie, prendendoci cura dell’ambiente naturale in cui viviamo, con l’obiettivo del bene comune.
Noi viviamo subendo un disegno edulcorato da verità apparenti, che parlano di crescita economica e del PIL che quest’anno tenderà ad aumentare fino al 5%, mentre nella realtà la povertà assoluta aumenta e circa 2 milioni di bambini non hanno di che sfamarsi. Assistiamo inermi e passivi ad un sistema politico e di potere che incrina senza soluzione di continuità il tessuto connettivo economico e sociale dell’Italia, della sua storia e del suo patrimonio, culturale, economico, industriale e di bellezza, che fece del nostro Paese uno dei cinque paesi al vertice del sistema economico mondiale.
È in questo quadro desolante che bisogna unire le forze e non dividerle, per lavorare insieme avendo un ideale comune, che sappia riconoscere le false promesse imposte da una classe dirigente totalmente scollegata dalla realtà.
Del resto, il Parlamento, tra leggi elettorali ad hoc e liste bloccate su nominati dai partiti politici di regime, non rappresentano certo l’espressione libera e democratica della volontà del popolo italiano, e tanto meno le sue migliori qualità morali, etiche e cognitive. Un sistema di potere consociativo che si riflette nel governo e poi nella burocrazia pubblica, creando un vallo invalicabile, una distanza incolmabile a queste condizioni, tra comunità nazionale e Stato, non più di diritto, avendo perso uno dei suoi tratti essenziali, la sovranità nazionale.
Un potere politico che si incarna nel sistema pubblico dove imperano i partiti politici, che continuano imperterriti a non dare attuazione piena alla Costituzione, impegnati solo a disintegrare quello che resta delle fondamenta del diritto e delle norme costituzionali dello Stato Italiano. Sono bastati questi 4 anni e tre governi consociativi, non espressi dalla volontà del popolo italiano, per dimostrare il disastro della democrazia parlamentare e rappresentativa in Italia.
La riduzione dei parlamentari si aggiunge alla deriva antidemocratica e produrrà l’effetto di consolidare nelle mani di pochi le incerte sorti di una intera nazione, nonostante sia stata fortemente osteggiata, anche da parte nostra, dai veri ‘patrioti’, del tutto alternativi a questa partitocrazia imperante.
Abbiamo assistito al solito rituale ammantato di democrazia del nucleo dominante e dispotico dei burattinai in cima alla piramide, di coloro che muovono le leve del comando supremo, in una sorta di teatro in cui i cittadini, sono obbligati ad assistere in platea, comunque pagando lautamente, all’indegno spettacolo che costoro propinano. Chi si oppone deve essere eliminato, anche grazie ad un sistema giudiziario, messo in crisi da scandali incredibili, che ha mostrato di essere forte con i deboli e compiacente con i forti.
Un domino incontrastato condotto con una duplice via: da un lato, la diminuzione dei parlamentari; dall’altro, leggi elettorali proporzionali, con soglie di sbarramento e premi di risultato, che come un saliscendi, all’occasione, premieranno i soliti partiti consociativi, con accordi dietro le quinte mai noti a noi cittadini, in barba alla democrazia, alla partecipazione popolare e al diritto costituzionale.
Dominio che si estende sulla comunicazione a stampa e in TV, fino a presidiare i social media della comunicazione online. Un bailamme continuo e ben orchestrato da dare in pasto all’opinione pubblica, per sollecitare con il solito metodo del divide et impera il duttile popolo italiano, illuso di legarsi secondo occasione a un leader del momento e alle sue promesse elettorali che mai si verificheranno.
Bisogna prendere atto, come cittadini, dell’illusione che forniscono le ideologie ammannite dall’attuale potere politico dei non eletti dal popolo, che nulla più hanno a che vedere con le giuste cause che hanno costruito la storia democratica nel nostro paese, nel segno indelebile della Costituzione, come voluta dall’Assemblea Costituente e che fu promulgata il 1 gennaio del 1948.
Oggi, l’attualità politica non avverte più l’imperativo categorico che prima di tutto occorra pensare al popolo e ai suoi bisogni da soddisfare, prima ci sono le grandi questioni finanziarie e le grandi imprese, l’Unione Europea e il diritto internazionale, le scelte economiche e finanziarie imposte ad intere nazioni, a iniettare miliardi su miliardi di nuovi debiti, sia statali, che alle imprese.
Occorre riflettere e comprendere perché le prime vittime innocenti, a milioni, sono proprio le famiglie, stritolate da una ideologia ben precisa, che schiaccerà prima le piccole imprese e il lavoro, porterà via prima il risparmio, per poi aggredire il patrimonio immobiliare di ogni singolo cittadino, fino a costringere alla povertà economica, come nuova forma di schiavitù fondato sul possesso di “moneta”, in cui prevarrà la paura, nell’assenza di democrazia e di libertà civili.
Consegnare la Patria nelle mani di una minoranza che si è appropriato del diritto di ‘regnare’ senza alcuna opposizione, in un folle consociativismo di caste di non eletti dal popolo, sono responsabilità che ci appartengono: noi dobbiamo comprendere al cuore e alla ragione di essere cittadini consapevoli di poter fare la differenza e per diritto sancito dalla Costituzione.
Noi del nuovo “Partito Sovranità Popolare” a questo disegno nefasto non ci stiamo, ed ecco perché invitiamo i concittadini e patrioti italiani ad iscriversi in massa a questo partito, per contarsi e per contare nella società civile italiana, finalmente contrassegnata dalla partecipazione democratica, come strumento popolare di equilibrio sulla democrazia rappresentativa, autonoma e senza contrappesi, dei parlamenti e dei governi, da tempo, non più espressione della volontà sovrana del popolo italiano.
Noi dobbiamo lavorare insieme per promuovere la partecipazione plurale, anche nella forma dell’associazionismo politico tra chi crede nell’equità e nella giustizia; nell’equilibrio e nell’armonia, in un concilio reale e non rimandabile tra ruolo pubblico e privato, in cui il “Programma Politico” tra noi elaborato in comune, sia lo strumento obbligato cui riferirsi per gli eletti al Parlamento e nell’esecutivo.
Presto lanceremo la campagna di tesseramento su tutto il territorio Nazionale, con l’obiettivo di lavorare insieme, tra cittadini liberi, uniti sull’obiettivo di ricostruire l’Italia, la Patria di tutti noi e delle nostre famiglie.
Luigi Intorcia Presidente P.S.P.
Quello che viene scritto in questo testo è un breve sunto che condivido.
Non scrivo altro, altrimenti vi porterei via troppo tempo riguardo le esigenze di questa Nazione.
L’economia è tradita come la cultura, l’esperienza, la competenza di chi fa impresa.
assolutamente il tuo contributo, piccolo, medio e grande che sia è sempre benvenuto. L’italia ha bisogno di persone pensanti e non di lugubri burocrati, perchè è grazie a questi che ci siamo ridotti così. Grazie caro Alessandro Abei.
Occorre che la volontà politica sia decretata dal popolo affinché suoi fedeli referenti ne elaborino e ne attuino lle cattive finalità. Altresì è da corroborare la Costituzione e ridisegnare limiti, poteri ed autorità di organi e funzioni. Occorre un lungo e paziente lavorio di rieducazione sociale, statale, democratico, politico.La politica ritorni ad essere quella che è insita ab origine nella sua etimologia lessicale
Ovvero realizzazione concertata dal basso della gestione ottimale della comunità sociale, a tutte le latitudini.
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