Autore Topic: LA TRUFFA DEL FISCO E L'INFLAZIONE  (Letto 318 volte)

BrunoAlessandroBertini

  • Administrator
  • Sr. Member
  • *****
  • Post: 429
    • Mostra profilo
LA TRUFFA DEL FISCO E L'INFLAZIONE
« il: Marzo 19, 2023, 03:56:56 pm »
Mia madre mi chiede spesso che senso abbia l'aumento dei prezzi se aumentano per tutti quanti.
In effetti se l'aumento dei prezzi è generalizzato e omogeneo ci specula giusto chi aumenta per primo, ma poi a sua volta dovrà pagare di più tutti i beni, i servizi, le tasse e le imposte.
Apparentemente alla fine di un breve ciclo di aumenti tutto resta relativamente invariato.
Purtroppo non è così.
Il fisco è studiato in modo truffaldino e permette allo Stato enormi margini di guadagno se chi governa le finanze decide di provocare un aumento dei prezzi.
Per spiegarlo chiaramente sono necessari tre passaggi.
Passaggio N°1: aumento dei prezzi senza aumento delle imposte.
Se una mela che costava 1€ + IVA passa al costo di 2€ + IVA (in un aumento generalizzato di tutti i prezzi) cosa accade lasciando la tassazione invariata?
Poniamo una tassazione del 50% (aliquota imposta sul guadagno) + iva 20%.
Si partiva da 50 centesimi che restano al contadino + 50 centesimi che pagherà di tasse allo Stato sul profitto + 20 centesimi di IVA.
Il contadino guadagna 50 centesimi.
Lo Stato guadagna 70 centesimi.
Se portiamo la mela a costare 2€ le cose cambiano nel seguente modo:
Il contadino guadagna 1€, lo Stato guadagna 1,40€ tra imposte e IVA.
Questo caso rende evidente che senza aumentare tasse e imposte lo Stato al raddoppiare dei costi incassa già il doppio.
Passaggio N°2: aumento delle imposte e delle tasse percentuali.
In modo del tutto disonesto e truffaldino l'amministrazione pubblica adegua le imposte e le tasse all'inflazione.
Quando addirittura l'inflazione non è causata da un aumento di queste ultime.
Se lo Stato aumenta l'imposizione fiscale del 50% sembrerebbe "normale" che per stare dietro a questo aumento tutti debbano alzare i prezzi del 50%.
L'inganno è proprio quello di far passare l'aumento dell'imposizione fiscale come una necessità legata all'inflazione.
Niente di più sbagliato, come abbiamo visto nel primo caso lo stato raddoppia i suoi introiti senza bisogno di aumentare imposte e tasse percentuali.
Ovviamente questo trucco funziona per portare la tassazione da livelli accettabili (20/30%) a limiti invalicabili (60/70%). Andare oltre renderebbe evidente a tutti l'inganno.
L'aumento delle tasse e delle imposte non può più essere fatto in Italia giustificandosi con l'inflazione ma in passato è stato fatto eccome!
Passaggio 3: conservazione delle aliquote precedenti.
Lo Stato ha però un'altra fonte di guadagno occulto legato all'aumento dei prezzi.
Le aliquote sono soglie di guadagno oltre al quale si pagano più imposte.
Poniamo che fino a 15.000€ si paghi il 20% e oltre quella soglia scatti una aliquota del 30%.
Con il raddoppio dei prezzi, il contadino che guadagnava 12.000€ all'anno ne guadagnerà 24.000, ma ciò non vuol dire che è più ricco, perché tutti i prezzi sono raddoppiati.
Lo Stato però incasserà più imposte, perché se prima chiedeva il 20% ovvero 2400€ ora non chiederà 4800€ (ovvero un semplice raddoppio delle imposte).
Dei 24.000€ dichiarati dal contadino 9.000 superano la soglia della prima aliquota e quindi saranno tassati al 30% ovvero 900€ più del dovuto.
Lo Stato incamera 5.700€ e questo rende il contadino più povero oppure lo costringe ad alzare ulteriormente i prezzi in un meccanismo perverso che crea ancora maggiore inflazione.
Tutti i maggiori guadagni del contadino ricadranno però nell'aliquota di maggior tassazione, impoverendolo ulteriormente.
La scala mobile che legava l'inflazione ai salari, andrebbe quindi applicata anche alle aliquote fiscali.
Questo è solo un ulteriore modo di impoverire il popolo utilizzando in modo improprio gli strumenti fiscali che uno Stato ha a disposizione.