Il ruolo delle donne in Politica

di Antonietta Basile

Un tributo alle donne protagoniste nella storia della politica italiana degli ultimi 79 anni. La necessità della presenza al massimo livello istituzionale rappresenta la vera concezione del rapporto paritetico fra uomo e donna proprio in conformità della costituzione italiana. Principio che per essere riaffermato è stato rimarcato in una legge elettorale. Se occorre scriverlo significa che per legge deve essere rispettato il ruolo paritetico. Ben vengano allora altre norme per applicare compiutamente la costituzione italiana, che non prevede alcuna discriminazione.

Correva l’anno 1945 quando venne riconosciuto alle donne il diritto di voto. Quest’evento, diventato una pietra miliare nella storia, ha segnato l’ingresso delle donne nella politica. Questo diritto, come i successivi non sono però un regalo, una concessione fattaci per bontà d’animo ma bensì il frutto di lotte. Lotte che sono iniziate in altri Paesi per poi arrivare in Italia. Questa partecipazione si concretizza per la prima volta nelle elezioni amministrative tra marzo e aprile del 1946 in cui ci fu un affluenza dell’89%. A queste seguirono quelle per il referendum istituzionale per scegliere tra monarchia e repubblica e l’elezione dell’Assemblea Costituente. Tutti conosciamo i “Padri” costituenti, ma quanti sanno che ci sono state anche le “Madri”? Esse furono ben 21 (I cui nomi troverete elencati alla fine), di cui 5 fecero parte della Commissione dei 75. A queste donne e al loro lavoro dobbiamo i diritti che ci sono stai costituzionalmente riconosciuti, e, per quanto riguarda il lavoro: la tutela della maternità, parità dei salari e pari opportunità nell’accesso a tutte le professioni. Al loro contributo si deve anche l’introduzione all’art. 11 del ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Altre donne che hanno segnato la politica italiana sono: Tina Anselmi, deputataDC dal 1968 al 1992, è diventata nel 1976 la prima donna ministro (del Lavoro) della storia della Repubblica. È stata anche due volte ministro della Sanità. Si è occupata in politica soprattutto dei problemi delle donne: è sua la legge sulle pari opportunità. Lina Merlin, partigiana, attivista antifascista, sostenitrice dei diritti delle donne e anche prima senatrice italiana. Fu lei a chiedere di introdurre all’articolo 3 la frase «senza distinzione di sesso». Politicamente ha portato all’abolizione della prostituzione, l’eliminazione delle disparità tra figli adottivi e figli propri e l’abolizione della “clausola di nubilato”, che nei contratti di lavoro imponeva il licenziamento alle lavoratrici che si sposavano. Da allora le donne sono diventate sempre più partecipi e attive nella vita politica (pur restando numericamente inferiori, da qui le quote rosa). Ormai siamo abituati alla loro presenza, ma, sull’esempio e validità che possono avere quelle di oggi e degli ultimi anni, lascio a voi la valutazione. Tutto questo serve a ricordare, in particolare a noi stesse, il grande contributo dato e farci pensare su quanto possiamo ancora dare e fare soprattutto in un momento così critico. Persino Mussolini ha riconosciuto questo in un discorso del 9 maggio del 1923 in cui disse:

«Io penso che la concessione del voto alle donne in un primo tempo nelle elezioni amministrative in un secondo tempo nelle elezioni politiche non avrà conseguenze catastrofiche come opinano alcuni misoneisti, ma avrà con tutta probabilità conseguenze benefiche perché la donna porterà nell’esercizio di questi vivaci diritti le sue qualità fondamentali di misura, equilibrio e saggezza».

Ed è proprio per portare queste qualità, che è necessario partecipare. In questi tempi così difficili dobbiamo farci sentire. Oggi più che mai occorre il nostro contributo.

Nel programma prevediamo misure di welfare puro esattamente per controbilanciare un sistema di diritti che troppe volte non ha applicato la costituzione italiana. Vogliamo che sia riconosciuto per legge il ruolo della donna nella famiglia, perché in 79 anni nessuno l’ha mai sancito. Se è valido il principio in una legge elettorale lo sia anche nel welfare.

Tutte le donne della costituente: ADELE BEI; BIANCA BIANCHI; LAURA BIANCHINI; ELISABETTA CONCI; MARIA DE UNTERRICHTER JERVOLINO; FILOMENA DELLI CASTELLI; MARIA FEDERICI AGAMBEN; NADIA GALLICO SPANO; ANGELA GOTELLI; ANGELA GUIDI CINGOLANI; NILDE IOTTI; TERESA MATTEI; ANGELINA MERLIN; ANGIOLA MINELLA MOLINARI; RITA MONTAGNANA; MARIA NICOTRA VERZOTTO; TERESA NOCE; OTTAVIA PENNA BUSCEMI; ELETTRA POLLASTRINI; MARIA MADDALENA ROSSI; VITTORIA TITOMANLIO.

(NB: Citazione tratta dal seguente articolo: https://www.ilpost.it/2016/06/22/donne-1946-voto-maturita-2016/)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *