MES: EUTANASIA DI STATO, EUTANASIA DI POPOLO

La perdita di equilibrio tra Stato e Comunità, così come tra noi cittadini, propone una crescente difficoltà nel saper discernere tra verità relative, propinate ad arte.

Quando questo accade con metodo scientifico, le soluzioni sono complesse.

Una riprova?

Oggi, alla ribalta delle questioni urgenti c’è il MES.

Permettetemi due notazioni di cronaca politica:

1. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in TV richiama Salvini alle sue responsabilità di ex ministro, afferma che ha sempre partecipato alle riunioni di governo sul MES, giusto per dire che non può chiamarsi fuori da una comune responsabilità, per finalità biecamente elettorali.

Che significa?

Che in TV, il presidente del consiglio, usa il pulpito per parlare a Salvini e sollecitare il popolo, che vive nel recinto in cui pascola con la TV accesa, di riflettere sul bugiardo-avversario di turno.
MA NON UNA PAROLA SULLA RIFORMA DEL MES E SU QUEL CHE ATTENDE IL POPOLO ITALIANO, NÈ IN TV, NÈ IN PARLAMENTO.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, dice che bisogna avere fiducia nel MES, perchè la nostra economia è solida e non abbiamo bisogno di ricorrervi. E aggiunge come occorra avere a cuore la stabilità finanziaria dell’intera Europa Unita, forse dimenticando di tener conto che i 19 paesi del MES, sono a geometria variabile su tutti i piani possibili, utili al discernimento di un ministro dell’economia e delle finanze.

MA NON UNA PAROLA SULLA RIFORMA DEL MES E SU QUEL CHE ATTENDE IL POPOLO ITALIANO,NÈ IN TV, NÈ IN PARLAMENTO.

Entrambi, avrebbero potuto spiegare perché, con la presenza della BCE, che emette denaro dal nulla (da questo punto di vista del ragionamento da compiersi, uguale alla FED americana, o a qualunque altra Nazione con sovranità monetaria), occorresse il MES e la sua riforma, quando, per esempio, immette liquidità nelle banche con il QE, rincorrendo l’inflazione al 2%, mentre i tassi si sono stabilizzati sotto lo zero.

Cioè, c’è da chiedersi perché una istituzione finanziaria come il MES, partecipata dai 19 Paesi dell’Eurozona, debbano entrare in una distorsione logica organizzativa della U.E., fino ad aggiungere per Trattato questo ulteriore organismo, in grado di emettere titoli e obbligazioni, sottoscritti da 40 istituzioni finanziarie private, per fornire prestiti garantiti dalla BCE (ndr: evidentemente se lo sono chiesti, considerando che la riforma punta a consegnare nelle mani delle banche la gestione del debito degli Stati, contratti per obbligo sancito dal MES).

19 Paesi che ritengono sia il modo migliore per soccorrere al primo accenno di bisogno, quelli tra di loro non in grado di avere ulteriore accesso al mercato finanziario, a tassi di interesse ragionevoli e sostenibili, per mancanza di credibilità internazionale.

Come per dire che la BCE, che ha il potere sovrano, autonomo e indipendente, di emettere moneta Fiat nella quantità che serve, come nel caso del reiterato Q.E., non può “creare” moneta Fiat, per garantire stabilità all’Eurozona, ritenendo migliore l’alchimia del MES.

Su questo punto, una breve notazione che fa sorgere dubbi di eccesso di liberismo speculativo: alle aste primarie dei Titoli di Stato italiani, partecipano, più o meno, i medesimi soggetti che partecipano alle aste delle emissioni del MES, che poi, impacchettati, confluiscono nei finanziamenti ai paesi da soccorrere, che dovranno restituirli alla BCE.

In questo caso, però, la BCE, dichiara gli strumenti finanziari del MES idonei e li definisce “Attività liquide di altissima qualità”, come fanno altre istituzioni internazionali.

Nel senso che il paradosso sussiste sul principio che la U.E. non ha sovranità monetaria, perché le banche centrali dei paesi che ne fanno parte l’hanno ceduta a un organismo terzo, autonomo e indipendente, governato dal diritto internazionale, la BCE.

Se non fosse così, il MES non avrebbe ragione di esistere, perché le regole sarebbero funzioni organizzative burocratiche di pura contabilità pubblica, deliberate dai 19 Stati dell’Eurozona, senza crearsi inutili patemi d’animo per la stabilità politica nel loro paese.

Invece, gli stessi 19 paesi, sebbene Stati democratici sorretti da diritto costituzionale, sembrano costretti a concepire come il MES sia per tutti loro una facilitazione, in cambio di qualche vincolo sopportabile.

Ciascuno di loro, infatti, in cambio di aiuto, ha l’obbligo di attuare programmi di aggiustamento macroeconomico: ridurre il costo medio unitario del lavoro per rafforzare la competitività del paese; garantire la ristrutturazione del debito pubblico per arrivare al consolidamento del bilancio, secondo i parametri del fiscal compact.

Ora, con la riforma del MES, la cui bozza è già stata firmata a giugno, e che sarà sottoposto ad approvazione definitiva entro dicembre di quest’anno, si riformerà anche l’attuale meccanismo unico di vigilanza, adottato dalla BCE e dalle Banche centrali, sul credito.

Il senso è che interverrà un nuovo regolamento di vigilanza che si accompagnerà al MES, come Meccanismo Unico di Supervisione (SSM – Single Supervisory Mechanism).

Un modo per attribuire un nuovo ruolo al sistema bancario dei singoli Stati, proponendo che l’U.E. si avvii ad essere unione bancaria; unione del mercato dei capitali; unione della fiscalità.

Con quali conseguenze?

È facile immaginare, tra economie così diverse sul piano strutturale, economico e finanziario, produttivo, demografico, ecc.., il MES servirà, con l’unificazione bancaria e sui vincoli di autonomia della BCE, a finanziare direttamente le banche dei Paesi più deboli per eccesso di indebitamento, a cominciare dall’Italia.

Da qui, pensando al bail in, sorge spontaneo chiedersi che ad assorbire eventuali perdite bancarie, ci dovranno pensare anche i depositi di conto corrente, il risparmio degli incolpevoli cittadini italiani.
Ecco perché, qualcuno dice che c’è una pistola puntata alla tempia dei risparmiatori italiani. E non può che essere così, considerando la grande e importante liquidità finanziaria posseduta, ritenuta appetibile dalla speculazione finanziaria internazionale e considerando che oltre il 65% del debito pubblico appartiene ad investitori interni.

C’è da chiedersi che ruolo abbia la BCE, assieme al FMI, assieme alle istituzioni finanziarie internazionali, le stesse che alle aste garantiscono l’acquisto dei titoli emessi dal MES, che la BCE dichiara essere “Attività liquide di altissima qualità”, e molte di loro appartengono alla lista che partecipa alle aste primarie sui TdS italiani.

Così, appare determinante, per la tenuta democratica del governo italiano, che si chiarisca in Parlamento, e in via preventiva, le questioni che sollevano le modifiche del Trattato MES. Cosa urgente, considerando che è possibile, allo stato, solo dopo la sua approvazione definitiva in sede europea.

Tutto questo, per porre in evidenza che Conte, con l’occasione, poteva spiegare perchè la riforma del MES, ricordando la Grecia, è buona cosa per il popolo italiano, senza giocare al più puro che epura, tra partitocrazie indifferenti alle sofferenze del popolo italiano.

L’altro, Gualtieri, avrebbe dovuto dire che il MES non farebbe altro che peggiorare la situazione attuale.

Infatti, per esempio, come potrebbe lo Stato sovvenire ai disastri climatici di questi giorni, o ai terremoti che li hanno preceduti, in un’Italia fragile per mancanza di investimenti per la messa in sicurezza idrogeologica e per prevenzione dai terremoti dell’edificato? Ma anche per risanare l’ambiente di Taranto a causa dell’ILVA, e senza eliminare la produzione di acciai di qualità, salvaguardando ll lavoro e la vita di migliaia e migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.

Lo Stato, sulla cecità della UE dei trattati e sull’autonomia della BCE, non potrebbe fare altro che ulteriori debiti, ma solo se all’interno dei vincoli di bilancio.

Come dire, all’eutanasia dello Stato, si accompagna l’eutanasia di un popolo, per vincoli burocratici che hanno assunto forza di legge, nonostante siano frutto di qualche convenzione illogica e fraudolenta.

Così, non c’è altro che diventare sempre più poveri e sempre più indifesi, senza Stato e senza speranza.

E pensare che entrambi, il presidente del consiglio e il ministro dell’economia e delle finanze, sono ancora in tempo per discutere di tutto questo in Parlamento, sebbene, con tutta probabilità si arriverebbe ad un compromesso, considerando che la questione è così grave da paventare una crisi di governo.

Ecco perché non resta che il “GOVERNO DEL POPOLO”, maggioranza democratica di cittadini italiani, contro la minoranza liberista al governo dell’Europa dei Popoli, conoscendo bene i limiti entro cui agire, sul quadro della realtà che ci sovrasta, per progettare tra noi le azioni possibili, per incamminarci verso gli ideali di bene cui tutti aspiriamo, per i nostri ragazzi e per le nostre famiglie.

Giovanni Tomei

Un pensiero su “MES: EUTANASIA DI STATO, EUTANASIA DI POPOLO

  1. Perché non aiutiamo e sosteniamo questo governo.. Semicemente siamo stanchi…
    Vogliamo serenità pace e il benessere sarebbe conseguente… Possibile che i diversi partiti… Non lo capisano? O fanno i tonti per non capire?

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